Santuario della Madonna della Cava
Un tesoro nascosto
L'attuale chiesa è frutto della ricostruzione postbellica della preesistente, risalente al 1628, che sorgeva su una chiesetta sotterranea a navata unica, scandita da tre arcate. La volta è costituita da un masso granitico e nel pavimento si apre un pozzo. Sul lato sinistro dell'altare una scalinata conduce ad un'altra grotta che secondo la tradizione nascondeva il simulacro della Madonna della Cava. Il culto risale all'epoca delle persecuzioni iconoclaste (726-730), quando l'imperatore Leone III l'Isaurico ordinò la distruzione di tutti i simulacri, molti dei quali furono nascosti. Secondo la tradizione, nel 1514, il Padre agostiniano Leonardo Savina ebbe la visione della Madonna, la quale gli indicò il posto in cui avrebbe trovato una sua effige e ordinò di edificare una chiesa. Subito vennero iniziati gli scavi nella cava e nel 1518, in seguito al crollo di un masso, venne scoperta la grotta che conservava il simulacro della Madonna divenuta Patrona della città. In seguito al ritrovamento, sul posto venne costruita una cappella con un cortile e delle cellette per gli eremiti detti della Cava e solo successivamente un convento per ospitare i padri Agostiniani. La cappella originaria fu rifatta ed ampliata diverse volte con delle porte alla francese che davano a ponente. L'immagine consiste in un dipinto murale o affresco, raffigurante una Madonna con Bambino, nell'atto di allattare. Gli sguardi sono rivolti verso l'osservatore ed entrambi appaiono benedicenti. Il Bambin Gesù reca in mano un globo crucigero, tipico elemento iconografico attribuito spesso alla figura di Cristo bambino. Il dipinto conserva nella composizione e nella rappresentazione dei chiari riferimenti a un'iconografia bizantina. Nel 1721 furono portati a compimento i lavori di ampliamento del Santuario. Tali avvenimenti sono raccontati e raffigurati in due affreschi, collocati nella cappella dedicata alla Madonna della Cava, presso la Chiesa Santa Maria Maggiore di Pietraperzia, e gli stessi sono riproposti, su dei bassorilievo in gesso, ai lati dell'altare del Santuario, opere di Giuseppe Fantauzzo di Barrafranca. La chiesa custodisce inoltre un piedistallo di acquasantiera con sculture attribuite ad Antonello Gagini; due tele di grandi dimensioni raffiguranti ľIncoronazione della Vergine del Rosario (1716) e ľAssunzione di Maria Vergine al cielo (fine XVIII sec.); un organo a canne del 1845, costruito dalla ditta Gueli di Caltanissetta.
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