Ipogeo di Crispia Salvia
Un'antica cappella funeraria
L’ipogeo di Crispia Salvia fu portato alla luce nel 1994 durante i lavoridi demolizione di un edificio. Era in origine sicuramente un’area sepolcrale punica, e venne poi utilizzata, fino alla tarda età romano-imperiale e paleocristiana, da pagani, ebrei e sicuramente da cristiani. Si tratta di una camera con sei sepolture, cui si accede attraverso un dromos -lungo corridoio- che termina con dieci gradini scavati irregolarmente nella roccia. La camera funeraria ha la forma di un trapezio e le deposizioni sono collocate pareti. La parte superiore delle pareti presenta una decorazione policroma con scene di banchetto, di musica, di danza, pavoni, ghirlande e festoni, secondo la tipica iconografia funeraria romana che rimandava al viaggio dei defunti nell’aldilà. Tra le scene raffigurate sulle pareti dell’ipogeo spicca una scena con cinque figure maschili danzanti in corteo in direzione di un personaggio femminile posto su un piano leggermente più basso. Il sarcofago della sepoltura n° 3, proprio di fronte alla camera d’accesso, era sicuramente destinato al personaggio di maggiore rilievo. Sulla parete frontale, due figure alate sono in volo l’una verso l’altra e reggono una ghirlanda rossa. La scena non è perfettamente posta al centro della parete e fa spazio ad una lastra quadrangolare con una iscrizione latina del II secolo d.C.. L’iscrizione indica con il nome di Crispia Salvia la defunta.
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